lunedì 2 ottobre 2017

Usciamo, usciamo!

Qual è il cuore della missione?
È il primo annuncio, quello del Vangelo.
Immaginatevi gli uomini e le donne che seguivano Gesù di Nazareth: disperati davanti alla scena della crocifissione.
Il maestro e la speranza di giustizia e pace che avevano riposto in lui venivano sconfitti dalla condanna a morte della religione e dell’Impero romano.
Eppure, poco a poco, nasce la percezione che la storia non finiva lì. È l’incontro con il Risorto, a piccoli sprazzi, in esperienze puntuali, che si confermano e rafforzano nell’ascoltare il racconto degli altri.
La missione è questo: continuare a rendere testimonianza che la vita vince la morte, quando è vissuta alla maniera di Gesù di Nazareth!

Papa Francesco lo dice bene: “dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della resurrezione. È una forza senza uguali”.
Spesso, qui dal Brasile, penso ai miei compagni missionari e missionarie in Sud Sudan, o in Centrafrica, dove questa impressione della morte dilagante si tocca con mano quotidianamente.

Ma anche qui l’ombra di morte ci preoccupa molto. Credo che stiate seguendo la vicenda dell’insostenibile colpo di stato che ha messo al potere il fantoccio politico del neoliberalismo più sfrenato. Le conseguenze sui più piccoli, nel nostro grande paese, sono enormi. Ne tratto in dettaglio nel blog che pubblico ogni mese.
Eppure, il Vangelo e Francesco ci sfidano a credere ancora una volta, sempre di più, nella missione! 

Il Papa dice che le missionarie ed i missionari alimentano una “spiritualità di continuo esodo, pellegrinaggio ed esilio”.
Come non pensare alla sfida costante dei migranti, che tocca nel cuore la vostra società ed anche la nostra (qui in Brasile ora la preoccupazione è per i rifugiati che fuggono dalla fame del Venezuela, attraverso la frontiera amazzonica).
Un altro punto cruciale, per noi, è la difesa delle popolazioni indigene, ed anche dei difensori di diritti umani ed ambientali, minacciati a morte per l’espansione dell’agribusiness e per il saccheggio dell’Amazzonia.

In questo mese missionario, vi invito e vi sprono a cercare le periferie! C’è da spostarsi!
Non immaginate quanto ci faccia bene uscire dalle nostre sicurezze, dai nostri ambienti protetti, dalla nostra visione limitata…
Sto cercando di visitare, quando posso, i senza tetto della megalopoli di São Paulo.
Mi smonta, mi mette in discussione, mi lascia inquieto, mi fa sentire vivo e in ricerca della vita!
Mi aiuta a confermare quello che dice Francesco: “la chiesa non è fine a se stessa”. 
Il nostro obiettivo non è aver cura di una bella comunità, di un gruppo di amici sicuro, di un posticino caldo che mi faccia sentire bene.
La missione è aiutare la vita a vincere la morte, sulle tracce di quell’Uomo che ci ha insegnato il cammino!

Lo dico specialmente a voi, giovani: Papa Francesco vi chiama “viandanti della fede” e ha chiesto alla chiesa di tutto il mondo di rimettersi in sintonia con voi. 
Aiutateci a non perdere fiducia nella vita e dare senso e speranza a tutte le persone a cui la vita viene strappata ogni giorno, lontano dai riflettori della nostra realtà camuffata!