giovedì 9 giugno 2011

Dieci anni

Oggi sono padre da dieci anni.
Ringrazio molto Dio, che in tutto questo tempo mi ha protetto e non ha permesso che mi perdessi. Rimetto le mani tra quelle del vescovo che mi ha ordinato, perche in lui mi riconosco molto e, un pochino, di lui mi sento figlio: Carlo Maria Martini.

Voglio scrivere una intuizione che la preghiera mi ha dato oggi, soprattutto perché risuoni dentro di me, passo a passo, nei prossimi dieci e piú anni!

Oggi sto bene, sono contento, mi sento appoggiato e stimolato nelle nostre attivitá, che per fortuna ci ravvivano e provocano continuamente.
Allo stesso tempo, mi ripeto tutti i giorni che non posso inebriarmi per la dinamica e le sfide pressanti che mi stanno muovendo in questo tempo.

Mi accorgo, a volte, di quanto la vita sia fragile e quanto, sotto tutto questo impegno pratico, debba esserci un appoggio solido e sicuro.
A volte temo di trovarmi all'improvviso senza riferimenti e motivi per cui lottare... e sentirmi solo e nudo.

In questo giorni dei dieci anni, stavo riflettendo che si fa necessario un passaggio, che chiamo 'da Mosé a Giovanni'.
Il Vangelo di oggi offre un versetto, Gv 17,26, in cui si parla di "Conoscere il nome di Dio".
Quando Mosé chiedeva di conoscere questo nome, era in funzione della missione che sentiva imminente: 'dimmi chi sei, perché in tuo nome possa presentarmi al Faraone e liberare il mio popolo!'.
Giovanni chiede una cosa diversa: 'dimmi chi sei, perché l'amore con cui hai amato Gesú rimanga anche in me'.

Chiaro che non si tratta di alternative in conflitto. Ma sento il bisogno di migrare, in questi prossimi dieci anni, un po' di piú da Mosé a Giovanni, per non trovarmi, all'improvviso, nudo e senza fondamento (che é questo amore).