mercoledì 30 giugno 2010

Gli invisibili

Avevo giá visitato la discarica di Açailândia, sperando di non trovarvi bambini e umiliazione. Ricordo che mi marcó l’odore e il fumo denso, dentro il quale si nascondevano persone che riciclavano i rifiuti e correvano da un camion all’altro per selezionare per primi gli scarti piú preziosi.

Tornei a casa con quel sentimento di impotenza che da molto tempo mi é fedele compagno di strada: ancora una causa da assumere... ma con quali forze?! In questo caso si trattava proprio degli “ultimi”, dell’anello piú debole della degenerata catena di produzione che scarta tutto in vista di produrre di piú.

Ad Açailândia ci impegnamo per il rispetto dell’ambiente e per limitare il saccheggio delle risorse, specialmente minerali e forestali. Questi nostri fratelli si trovano dall’altra parte dell’imbuto, schiacciati sotto il peso degli scarti, ultima tappa di un consumo di cose e di vita. La stessa Caritas, in Brasile, sta portando avanti iniziative per diminuire le discariche, potenziando l’organizzazione dei riciclatori e promuovendo la raccolta differenziata, strumento di sviluppo socio-ambientale.

Ma noi non abbiamo energie per tutto ció, pensavo... Gionri dopo, peró, succede un incidente con la nostra auto proprio nei pressi della discarica e la mia borsa scompare, con i documenti e i soldi che conteneva. Torno in quel posto che inconsciamente avrei voluto dimenticare: questa volta con obiettivi piú egoistici, promettendo una ricompensa a chi mi restituisse la carta d’identitá.

Di nuovo, gli invisibili fanno irruzione dentro di me. Mi fermo alla prima baracca, giá nella discarica, per parlare com um signore. Lui mi chiede se posso dare un passaggio a sua mamma, fino al deposito principale, qualche kilometro piú avanti. Esce dalla baracca una donna anziana, zoppa, piena di mosche. Non riesco neppure a parlare: le mosche entrano negli occhi e in bocca. La donna, abituata e tranquilla, sale sull’auto con il suo carico ambulante di insetti e mi guida per la strada.

“Dona Maria das moscas” lavora da 19 anni in discarica. Le gambe non reggono piú, ora le serve aiuto del figlio e dei nipotini. Ci sono molte vittime nascoste in questo ritmo pazzo di consumo... ed é facile anche per me dimenticarmene. Questa nuvola di mosche viene per turbarmi e non farmi dimenticare mai tali persone.

Puó essere che la nostra campagna d’azione lavori piú sulla fonte di questo ciclo di devastazione, in resistenza contro il saccheggio di risorse, per interrompere l’emorragia delle vene aperte dell’America Latina. Ma sappiamo e sentiamo che il nostro impegno é in nome di tutte queste vittime e per questo non deve interrompersi mai!

Lascio dona Maria e torno verso casa riflettendo su tutto ció. Ma un’altra sorpresa viene a seminare tenerezza e ammirazione dentro di me: una coppia di riciclatori, risalendo la strada con la loro picola moto, mi ferma all’improvviso. “Padre, é tutto il giorno che la stiamo cercando!”

Hanno trovato la mia borsa e, custodita in casa, sono corsi a cercarmi per restituire tutto, compresi i soldi! Si chiamano Silma e Sergio, hanno quattro figli vivi e uno che é morto travolto da un’auto, probabilmente mentre andava in discarica.

In mezzo ai rifiuti, questa volta sono stato io a raccogliere qualcosa di prezioso: piccoli gesti di onestá come questo, sbocciati nel cuore della miseria, alimentano intensamente la mia vita.

mercoledì 2 giugno 2010

Essere missionario significa leggere con uno sguardo attento la realtà, sforzarsi di interpretare i segni del tempo, promuovere cambiamenti insieme alla gente, affinché tutti e tutto abbiano vita.

Nella regione nord del Brasile, l’evidente ingiustizia e il saccheggio delle risorse per l’arricchimento di pochi sono un appello quotidiano per nuove prassi missionarie: spetta anche a noi creare le condizioni per un tessuto di relazioni che si prendano cura della vita, dei poveri e del creato.

É sempre più urgente, dato che nelle periferie del mondo sta cominciando un nuovo ciclo di colonizzazione, estremamente violento e devastante. Per esempio, dal 2002 al 2006, in pieno boom di crescita dello sfruttamento delle risorse naturali dell’America Latina, l’utile dell’industria mineraria è cresciuto dell’800%! Dietro a questi risultati ci sono, però, la devastazione e la violazione dei diritti economici, sociali e ambientali delle comunità toccate dagli investimenti minerari.

Per questo, i Missionari Comboniani della Provincia Brasil Nordeste sono fra i fondatori della campagna Justiça nos Trilhos (il nome italiano della campagna é Sui Binari della Giustizia), che dà voce a una rete di movimenti e di comunità coinvolte dall’industria mineraria e siderurgica della compagnia Vale do Rio Doce, seconda maggior impresa mineraria del mondo. Un gigante brasiliano che calpesta comunità tradizionali e territori di oltre trenta paesi nel mondo.

Nell’aprile 2010, Justiça nos Trilhos ha presentato formalmente le proprie denunce, insieme a quelle di molti altri movimenti, articolando il “1° Incontro Internazionale delle vittime dalla compagnia Vale”.

Da tempo esiste una disputa tra il modello di sviluppo e investimento industriale senza scrupoli nella regione nord del Brasile e le comunità locali.

A partire dall'inizio del 2009, durante e subito dopo il Forum Sociale Mondiale di Belém, le associazioni e i movimenti sociali in cerca di un nuovo modello di sviluppo hanno sentito il bisogno di un incontro internazionale focalizzato esclusivamente sulla compagnia Vale e sul suo impatto socio-ambientale in diverse regioni mondo.

Le ingiustizie evidenti riportate da molte comunità in Brasile e all’estero, gli enormi profitti della società mineraria senza alcuna redistribuzione nelle comunità locali, le pratiche aggressive delle imprese ad essa correlate rendevano urgente l’individuazione di strategie collettive di resistenza e la ricerca di alternative di crescita.

Come Missionari Comboniani ci siamo sentiti direttamente interpellati: accompagnamo infatti varie comunitá nei diversi villaggi e cittá lungo i 900 Km di ferrovia di Carajás, tra gli stati del Maranhão e Pará. Toccava a noi aiutare le persone di qeste comunitá a capire la storia e le cause di tanto degrado delle loro condizioni di vita.

Per annunciare e costruire “vita in abbondanza”, è necessario denunciare e distruggere modelli di crescita che, al contrario, producono morte a causa di una ricerca eccessiva e irresponsabile di guadagno.
Siamo stati benedetti e incoraggiati in questa opzione anche dalla
Campagna della Fraternità del 2010, un'iniziativa della Conferenza dei Vescovi del Brasile che incentivava, quest'anno, a studiare le ingiustizie economiche più evidenti e a contrapporvi esperienze di economia alternativa, decentrata, rispettosa della vita e dell'ambiente. Per questo abbiamo assunto con entusiasmo l’organizzazione di questa nuova fase di confronto con la compagnia Vale: sognamo, con Dio, un nuovo modo di rapportarsi con la terra, le risorse naturali e tutto il creato.

Justiça nos Trilhos fin dall’inizio ha visto coinvolta l'intera Provincia Comboniana Brasil Nordeste, che si identifica nella campagna e la sostiene. Anche in questa nuova fase vari missionari hanno partecipato alle molteplici iniziative sorte in preparazione dell’incontro.

È stata redatta una rivista, intitolata Não Vale, che contiene articoli di ricerca e documenti sui danni causati dalla compagnia, soprattutto nell’area del corridoio di Carajás. La rivista supporta e integra l’opera di un noto regista italiano, Silvestro Montanaro: si tratta di un documentario, realizzato negli ultimi mesi, che descrive i principali conflitti e le maggiori esperienze di resistenza della popolazione lungo il corridoio di Carajás. Film e rivista saranno divulgati nelle comunità coinvolte lungo la ferrovia, attraverso eventi di lancio e seminari di formazione. I membri della Rede Brasileira de Justiça Ambiental e altri partner internazionali hanno già ricevuto questo materiale utile per la formazione delle loro comunità e dei leader.

Tutto questo lavoro è stato preparato in vista dell'Incontro internazionale delle vittime di Vale. L'evento è stato preceduto, dal 5 all’11 aprile, dalla Carovana dei popoli attraverso il Sistema Nord[1] della compagnia.

Sono state organizzate tre tappe, attraverso gli stati del Pará e del Maranhão, in collaborazione con le comunità, i movimenti sociali e i sindacati, che hanno accolto un pubblico formato da persone provenienti da vari paesi del mondo.

Trenta persone, brasiliane e straniere, hanno visitato Barcarena (Pará), Marabá (Pará) e Açailândia (Maranhão) e realizzato un prezioso scambio tra le comunità convolte da Vale in diverse regioni del pianeta. I rappresentati di comunità di vari stati del Brasile (Pará, Maranhão, Ceará, Rio de Janeiro, Brasília) e i membri di movimenti e comunità di altri paesi (Argentina, Cile, Perù, Canada e Mozambico) hanno avuto in questo modo l’opportunità di conoscere comunità urbane e rurali e incontrare esponenti di associazioni di quartiere, movimenti sociali, comunità cristiane, sindacati, movimenti dei diritti umani, oltre a politici, magistrati, giornalisti, attori, famiglie, giovani, donne, etc. …

È impossibile riassumere in poche righe la ricchezza di questi incontri. Possiamo però evidenziare la dinamica di arricchimento che ha permesso ai membri locali e internazionali di “specchiarsi” gli uni negli altri. È apparso evidente come, seppur in diversi contesti, le strategie della compagnia Vale siano sempre le stesse: conquista del territorio, ingenti investimenti nel marketing per sostenere un’immagine di impresa socialmente ed ecologicamente responsabile, cooptazione del potere politico e giudiziario. È stata riscontrata la tendenza ad avvicinare individualmente i leaders delle comunità locali e negoziare separatamente con ciascuno di essi, isolando le persone e dividendo le comunità; inoltre, a seconda del livello di organizzazione e di protesta dei gruppi locali, non sono mancate minacce o tentativi di criminalizzazione dei dissidenti.

Altrettanto interessanti sono state le risposte e i tentativi di resistenza delle popolazioni, quali: lo sforzo di dare visibilità al conflitto (attraverso pubblicazioni, relazioni, documenti); le azioni dirette di contrasto all’aggressività dell’impresa (occupazione di terre, chiusura di strade, manifestazioni); le azioni legali volte all’indennizzazione, al risarcimento o a forme di compensazione per i danni ambientali; la produzione di conoscenza unendo saperi locali e ricerca universitaria; l'articolazione in reti (internazionali, nazionali, regionali) e il coinvolgimento di collaboratori chiave, soprattutto di area giuridica.

Nei giorni successivi, 12-15 aprile, la carovana del Sistema Nord si è incontrata con un'altra carovana, proveniente dal Sistema Sud della Vale (attraverso gli stati di Minas Gerais e Espírito Santo). I partecipanti alle due carovane, e con loro molte altre persone, si sono dati appuntamento a Rio de Janeiro, dove è situata la sede della compagnia Vale che proprio in quei giorni stava convocando l’assemblea annuale degli azionisti.

Si sono così riunite 160 persone di 80 diverse organizzazioni e associazioni, con rappresentanze di 12 diversi paesi. Un'occasione unica: per la prima volta le popolazioni colpite e i leader che le accompagnano sono riusciti a collaborare per sistematizzare le loro rivendicazioni, imparando gli uni dagli altri.

Dal lavoro di quattro giorni interamente dedicati allo studio e al perfezionamento di strategie collettive è emerso un quadro dettagliato dei problemi vissuti dalle comunità. Sono state evidenziate le seguenti aree di conflitto: un modello di “sviluppo a tutti i costi” fondato sul saccheggio indiscriminato delle risorse naturali, violazioni in materia di diritto ambientale e problemi legati all’inquinamento, violazione dei diritti dei lavoratori e conflitti sindacali, conflitti con le comunità e appropriazione di terre, conflitti economici e mancanza assoluta di compensazione e redistribuzione degli incommensurabili guadagni della compagnia (Vale é l’impresa più grande del Sud America e la più redditizia al mondo!) Foto Philippe Revelliimmagine

Le maggiori iniziative di intervento, al momento, riguardano la critica all’immagine, opportunamente costruita da Vale, di impresa impegnata a livello sociale ed ecologicamente responsabile. I partecipanti all’incontro hanno deciso di impegnarsi a smantellare sistematicamente questa facciata della compagnia, mostrando e divulgando i problemi e gli abusi che li colpiscono. Con questo obiettivo é stato presentato, nella sede del parlamento dello stato di Rio de Janeiro, un dossier dettagliato, composto da 120 pagine e 21 casi specifici, consegnato alla stampa e all’assemblea degli azionisti.

Giustizia in materia di Rails indietro ora di lavoro nel nord e  nord-est del Brasile, ma rafforzata da alleanze nazionali e  internazionali per garantire il sostegno e la solidità all'azione dei  missionari locais.Como comunità di difesa, siamo chiamati ad andare  avanti in questo dialogo senza precedenti tra il confine la chiesa,  comunità e movimenti sociali per la conservazione della vita, della  dignità e dei territori.Un movimento internazionale si è impegnato a produrre costantemente un rapporto alternativo, sottolineando le omissioni del Rapporto di Responsabilità Sociale dell'azienda (finora emesso due volte, nel 2006 e nel 2008). Questo nuovo documento, oltre a far riacquistare slancio alle rivendicazioni delle comunità rispetto alle violazioni dei propri diritti, fornirà un supporto concreto per nuove dinamiche di denuncia, sensibilizzazione e coscientizzazione delle comunità, costruzione di forme più sostenibili di economia e sviluppo locale.

Incontri locali con le comunitá e reti internazionali di lobby e denuncia: l’azione di Justiça nos Trilhos si fa ogni giorno piú compessa ed articolata. Ai Missionari Comboniani spetta, tra le altre cose, permeare tutte queste attivitá con una profonda spiritualitá eco-teologica: non si tratta semplicemente di contrapporsi ad una tra le tante multinazionali; la sfida piú ampia é definire limiti all’aggressione socioambientale e tracciare alternative per un nuovo equilibrio tra l’umanitá e le risorse della terra.

Foto: Nils Vanderbolt


[1] Il Sistema Nord di Vale comprende la grande miniera di Carajás, tutto il complesso di trasporto del minerale e il porto di São Luís, capitale del Maranhão. Il Sistema Sud é simmetrico e unisce con una ferrovia le miniere dello stato di Minas Gerais e il porto di Vitória, nello stato di Espírito Santo.