sabato 4 aprile 2009

Puó un profumo smuovere le pietre?

Pasqua 2009 ad Açailândia, Brasile

“Era una pietra molto grande”. Le donne volevano tornare a vedere Gesú, per lo meno il suo corpo, e ricordare di lui, di tutto quello che si era sognato insieme.

Era una pietra molto grande, e loro avevano solo... un po' di profumo. Il profumo non smuove le pietre.
“Chi toglierá per noi la pietra dal sepolcro?”: erano rimaste la notte intera con questa domanda in testa. Anche oggi la stessa domanda martellante si impone dentro di noi e nelle nostre comunitá, durante molte notti.

Le pietre da rotolare per noi sono numerose:
- la corruzione di chi ha comprato il potere e ora vende i suoi favori;
- la sensazione di essere la discarica industriale delle grandi imprese dalla faccia pulita (nel nord del mondo) e dai piedi sozzi che calpestano i poveri;
- l'alcol e la violenza sessuale (anche contro bambini e adolescenti), specchio di un vuoto di valori e prospettive: invece di svuotare i sepolcri, si stanno svuotando i nostri sogni.
Chi toglierá per noi queste pietre? Graças a Deus, tre donne non si sono fermate alla domanda e hanno accettato la sfida: andarci lo stesso a quella pietra, 'armate' solo dei loro profumi.

Quali sono i nostri profumi? Vorrei che sentiste il profumo dei 60 gruppi di preghiera nelle case, che per cinque settimane si sono riuniti per leggere e capire insieme la Bibbia e la realtá.
Il profumo di celebrazioni in cui la nostra gente tocca con mano la resurrezione, cantando la vita, raccontando le loro storie, stringendosi le mani. É poco, lo so, ma il profumo si usa in piccole dosi.
La fragranza di alcuni giovani che si stanno appassionando per la stessa causa che difendiamo noi, e li sentiamo un po' figli, un po' fratelli minori...

Per la loro fede e ostinazione, le donne sono state ascoltate e la pietra era rotolata via, in quella mattina di un giorno nuovo, primo giorno di una nuova storia.
C'era peró da varcare quella soglia: non é sufficiente smuovere le pietre, se non abbiamo anche noi il coraggio di entrare nel sepolcro, assumere il conflitto, guardare in faccia le forze di morte che minacciano la nostra gente... e anche stare dentro alle contraddizioni pur non vedendo soluzioni o cambiamenti immediati. A volte, per una pietra che si smuove, sembra che se ne ammucchino altre dieci: ci vuole il coraggio di entrare e stare nel sepolcro, prima di riuscire a vedere la resurrezione.

Cosí viviamo oggi, nella pre-Amazzonia ricca di violenza e di potenzialitá: un piede nel sepolcro, l'altro giá in corsa per dire a tutti della vita che non muore.
Buona Pasqua!