giovedì 22 maggio 2008

Due segugi per il Corpo di Cristo


Ogni mattino, alzandomi e pregando, è come se liberassi due cani-segugio. Vai, giá!
Uno dovrá correre dietro alla gente, inseguire i sogni e la lotta di questo popolo, stare dietro i loro passi, mangiare chilometri.
L’altro dovrá correre dentro di me, aprire spazi di accoglienza, farmi crescere in pazienza, rispetto, amore. Inseguire quello che sono e non riesco ancora a vivere, mostrarmi quanto lontano posso andare nel cammino interiore.
La Parola è come la pista da fiutare, apre cammino in entrambe queste direzioni.

Alla sera, stanchi, questi due segugi tornano a casa. Molto spesso smarriti, con l’impressione di aver camminato poco.
Quasi sempre, lo confesso, quello che correva fuori torna con molta strada nelle zampe, molte storie da raccontare. E l’altro si accorge di aver corso poco, perché aveva terre molto piú aspre da attraversare; spesso si ferma bloccato sempre dagli stessi ostacoli.
Ma richiamarli insieme a riposare sotto lo stesso tetto mi fa bene, mi riunifica, mi provoca ad addestrarli ogni giorno un po’ meglio.

Oggi celebriamo il Corpo di Cristo. I miei due segugi dovrebbero conoscerlo bene: uno ne insegue tutte le tracce che lascia tra la gente. L’altro cerca di scovarlo nascosto anche nel mio piccolo corpo, che assomiglia poco al corpo di Cristo, ma forse ne conserva alcune tracce di profumo.

domenica 18 maggio 2008

Cerco la sapienza e la profezia


Passa il tempo, in queste terre brasiliane cariche di sfide. Si alternano molte domande, ma una resta alla base di tutto: dov´è Dio?
Perché il senso della mia vita è stare dove sta Dio e vivere secondo la sua passione.
Mi rendo conto che ci sono due modi di farlo, ed entrambi sono importanti. Per capirci, li chiamo 'sapienza' e 'profezia', perché anche nella Bibbia i nostri grandi maestri di vita hanno vissuto queste dimensioni.

La profezia, qui e oggi, ci forza a lottare giorno per giorno contro ingiustizie grandi, sproporzionate alle nostre forze. Ci troviamo nel cuore di un sistema che succhia risorse dalle viscere della terra e della gente.
Ogni giorno ci passa davanti agli occhi, 12 volte, giorno e notte, il treno della seconda maggior compagnia mineraria del mondo. Carico di ferro e altri minerali, é un salasso quotidiano e silenzioso a cui la gente si é ormai abituata e che attorno a sé ha creato un ciclo produttivo estremamente dannoso: siderurgiche, produzione di carbone, inquinamento, monoculture di eucalipto, gente sem-terra e terra sem-vida...
Il latifondo é anche qui il primo responsabile della morte della foresta e del fallimento della piccola agricoltura familiare.
La profezia ci chiede di prendere posizione, ma con competenza e serietá. Per questo é nata da qualche mese uma grande campagna, “Sui binari della Giustizia” http://www.combonianosbne.org/PgAnteriores/Campanhas/fsm_vale_1_it.html , per esigere uma ripartizione piú giusta degli enormi guadagni della Compagnia Vale do Rio Doce e una ricaduta efficace sul nostro territorio e la nostra gente.
Porteremo questa campagna al Fórum Social Mundial, dove speriamo di incontrare molte alleanze. Intanto, stiamo costrendo una rete di istituzioni e gruppi che si stende su tutto il Paese e giá si rafforza con contatti internazionali.
Questo tipo di attivitá ci costringe ad agire a livelli distanti dalla nostra gente, viaggiare e incontrare altri gruppi e municipi, scrivere e documentare, cercare contatti lontani perché questa realtá nascosta sia conosciuta.
Ma cresce la nostalgia delle piccole relazioni quotidiane, della visita alla nostra gente: bere un caffé nelle loro case semplici, sapere di quello che succede alle nostre famiglie, celebrare la vita ogni volta che ci raccogliamo davanti a Dio...
É la sapienza popolare, che dobbiamo bere a piccoli sorsi per entrare nel cuore di questa gente, essere parte di loro, capirli e capirci a vicenda. É gente resistente, che non perde la speranza malgrado tutte le difficoltá che attraversa. Sono artisti della vita, capaci di celebrare e fare festa com uma creativitá che rinnova nel profondo.
Stare in mezzo a loro ci insegna a parlare la loro lingua, a capire che tipo di chiesa li puó realmente liberare e far crescere, a contemplare Dio nascosto nei piccoli gesti della gente. E tutto quello che realizzeremo non sará solo nostra iniziativa, ma uma scelta costruita mangiando riso e fagioli dalla stessa pentola!

Non é facile mantenere questo equilibrio tra la profezia e la sapienza; guardando a Gesú di Nazareth, ammiro quanto sia riuscito a farne uma sintesi di vita. Deciso, trainante, coraggioso nel denunciare senza mezze parole, aveva ben chiaro l'obiettivo della sua missione: liberare gli oppressi, restituire la vista a chi non riesce piú ad interpretare la vita, sciogliere le catene di ogni tipo di schiavitú.
Ma allo stesso tempo, era un uomo che sapeva fermarsi e stare con la gente. Conosceva i proverbi e le usanze popolari, faceva festa con loro, dialogava e faceva molte domande, per capire, per sintonizzarsi con il pensiero e le speranze del popolo. E si stupiva ancora davanti a un giglio del campo o una minuscola semente di senape.
Questo equilibrio é uma sfida per ciascuno di noi, nelle nostre famiglie, nel nostro ritmo di vita: decisi e trainanti, dobbiamo avere ben chiara qual é la direzione da seguire. Chi ci segue (figli, amici, compagni di cammino) deve sentire in noi la chiarezza, la convinzione e l'ostinazione di chi insegue il sogno di Dio! Allo stesso tempo, com' é importante dedicare tempo e ascolto a ciascuno, sapersi fermare, impregnarsi della vita degli altri, rallentare il passo per camminare tutti assieme...
Lo Spirito che animó il Nazareno ci aiuterá a vivere cosí, con profezia e sapienza!