venerdì 11 aprile 2008

Cresce la speranza


Una notizia di vita! (e un bel progetto politico, finalmente!)
Açailândia è l’unico municipio del Maranhão che è riuscito (in extremis) ad avvalersi del programma ‘Fome Zero’ del governo Lula, nel suo progetto specifico di ‘Compra Direta’ dei prodotti dell’agricoltura familiare.
Tra le tante sfide locali, due grandi contraddizioni qui sono la fame e miseria di molte famiglie e la difficoltà per i piccoli produttori di vendere i loro prodotti.
Come sempre, Açailândia è un microcosmo che rispecchia l’andamento del mondo: abbiamo cibo e abbiamo fame, quello che non funziona è la distribuzione equa dei prodotti, visto che si deve obbedire alle regole folli del mercato.
Qui da noi i piccoli produttori familiari non hanno mezzi per raccogliere, trasportare e commerciare i loro prodotti. E quando riescono, devono obbedire alle grandi rotte del commercio: le zucche prodotte nei nostri campi sono vendute a Fortaleza, a un migliaio di Km da qui! Sempre da qui partono per Rio de Janeiro gli autoarticolati che trasportano carne: 3000 buoi ogni settimana uccisi e trasportati lá.
Per la gente locale non resta che arrangiarsi e sopravvivere.
Il progetto di Compra Direta, finanziato dal governo federale, impegna il Municipio di Açailândia a comprare dai piccoli produttori familiari (240 famiglie coinvolte) frutta e verdura per l’ospedale locale, le scuole del Municipio e le famiglie piú povere, ciascuna delle quali è accompagnata dalle nostre associazioni e movimenti popolari.
Chiedeva un apostolo, stupito: “Signore, come possiamo sfamare tutta questa gente con solo duecento denari?”. C’era molta erba verde in quel luogo...

Per chi c´é posto?


“Non c’era posto per loro” (Lc 2,7)

Quando camminiamo per strada e ci incrociamo all’angolo sembriamo tutti uguali. In realtà, invisibile sulla fronte di ogni persona è stampato un attestato di sopravvivenza: quanto e come potrá resistere se si ammala?
Mi rendo conto di questo visitando la nostra gente in ospedale. Ad Açailândia non si accede a trattamenti specializzati; a volte, per ritardi e disorganizzazione, un malato ci mette troppo tempo ad essere trasferito… e cosí in questi ultimi due mesi sono giá morti due bambini e un giovane in conseguenza della dengue emorrágica.
C´è poi l’illusione: sicuramente nella capitale dello Stato mi cureranno bene. L’ospedale di Açailândia si alleggerisce e scarica laggiù i casi piú complicati; è sufficiente garantire un’ambulanza che corra fino a São Luís (90 Km piú a est) e ci liberiamo di un caso.

Con fr. Antonio siamo stati a trovare Lindalva e Lorinha, la cognata che l’accompagnava. Da una settimana sta aspettando nel corridoio. Una barella e una sedia di plastica, un corridoio pieno di corpi feriti, intubati, apatici, rannicchiati e stanchi. Gente che aspetta da quindici giorni il suo turno…
Intanto nel corridoio vanno e vengono le persone che hanno appuntamento per una visita: si ammassano alla porta, con una guardia che lascia entrare uno per uno.
C’è solo un medico di turno, è la prassi, e un centinaio di persone aspettano di parlargli.
Chi vive nel corridoio vede ogni giorno 4 o 5 persone entrare in ambulatorio e uscire morte.
Un pericolo reale è l’infezione ospedaliera: praticamente è piú sicuro attendere la cura in casa che in ospedale.
L’ospedale di São Luís è un deposito di copri che non funzionano piú. Non c´è posto, in Maranhão, per chi cerca la salute.

Uscendo dall’ospedale, un aereo del vicino aeroporto ci passa sulla testa.
Immagine istantanea di come stiamo vivendo a due velocitá: chi puó permettersi un piano di salute privato ha il futuro garantito. Per la grande maggioranza dei poveri, che vivono rasoterra, non resta che aspettare: chissà, forse un sottile soffio di vento li potrá di nuovo restituire al volo.