mercoledì 20 febbraio 2008

Passione di Dio e nostra


La passione non é solo un momento particolare dell’anno, una settimana santa che miracolosamente si risolve all’arrivo della Pasqua. La passione è un atteggiamento del cuore.

La pagina più bella del Vangelo che parla di passione è il racconto della donna che entra, con tremore e coraggio, nella sala di uomini seduti a tavola e rompe il vaso con essenza profumata, per ungere Gesù di Nazareth.

La passione di questa donna è più forte di qualsiasi regola, rompe i preconcetti e la paura, non si interessa del giudizio degli altri. Non calcola le spese e non riserva nulla per sé.

Questa icona é simbolo del miracolo più bello della vita: quando un bambino nasce, la donna ‘si rompe dentro’ per donare la luce a una nuova persona.
Frutto della passione-amore, il miracolo della vita esige passione-sofferenza per realizzarsi.

Passione di amore e di sofferenza: non si può distinguere. La creazione geme e soffre le doglie di un parto, perché spunti una vita nuova. Anche Dio soffre ogni giorno, assumendo lo sforzo dell’umanità per difendere la vita.

Donatella, amica che vive da anni a Betlemme nel cuore della violenza imposta al popolo Palestinese, sente questa sofferenza sulla pelle.
A Betlemme Dio continua a soffrire i dolori del parto, tentando di rinascere “nella tristezza di una notte scura, nelle lacrime dei bambini, nelle finestre chiuse per paura, nella pace che non arriva, nelle vittime di ieri, di oggi e di domani”.

Donatella é una delle ‘levatrici’ di quella terra (in Brasile ‘parteiras’): condivide la passione di Dio per far nascere la vita ogni giorno. Per lei, passione significa non dimenticare: “voglio mantenere gli occhi spalancati su questo mondo cosí umano, fatto di penombra e di notti, di amore e di conflitti, di grida e di sorrisi, di lacrime e di dolcezza”.

Essere ‘parteiros’ della vita che ancora non è nata: è questa la nostra passione missionaria! La vita non ci arriva gratis… È un dono di Dio, certo, ma Lui stesso soffre e lotta perché la vita sbocci, sia protetta e si realizzi in pienezza.

Molte volte, nelle contraddizioni violente di questo Brasile, sento il peso della vita che fatica a nascere. Ci sono giorni più sereni, altri che sembrano vicoli ciechi… L’importante secondo me, come dice Donatella, è non permettersi di dimenticare. Caricare permanentemente con noi le attese e le sofferenze di molti, ospitare dentro la nostra esistenza l’esistenza di molti altri. Smettere di vivere da soli.

Quando celebriamo la passione di Dio, facendo memoria nella Messa, ricordiamo sempre l’Agnello di Dio che ‘toglie’ il peccato del mondo. Ma l’espressione esatta sarebbe “Agnello di Dio, che ti fai carico del peccato del mondo…”
La passione di Dio è così: farsi carico delle speranze e del dolore di un mondo che fatica a nascere veramente.

Questa passione non si risolve con la bacchetta magica del giorno di Pasqua. Al contrario, il nostro tempo è come un sabato permanente di attesa, una lunga veglia che si pone tra le ferite mortali del venerdí santo e le prime luci del Nuovo Giorno. Tra l’amore e la sofferenza, tra la sconfitta e la resurrezione.
Questa ricerca, equilibrio instabile con Dio, mi sfida… e mi appassiona!

1 commento:

Michela Sbarro ha detto...

"equilibrio instabile con Dio".. camminare su un filo come un funambolo: s'impara cadendo più e più volte alle volte.. da una "caduta" l'angolo di visuale del mondo cambia e tante volte sono proprio le cadute che ci permettono di "vedere" davvero. :)
un abbraccio
m